PEDACE ANDREA Bruxelles, la prima volta nella capitale dell’Unione Europea, per presentare il progetto: “Ferramonti. Dal Sud Europa per non dimenticare un campo del duce”. Quando venni a sapere che ero stato scelto per andare a Bruxelles molti mi chiesero cosa mi accingevo a fare, la risposta era sempre la stessa, un po’ vaga e molto sbrigativa, ma nessun pensiero mi avrebbe mai portato ad anticipare la meravigliosa esperienza che ho potuto vivere in questo viaggio. Le aspettative erano alte e non sono state deluse. Inizialmente l’entusiasmo era affiancato da timore e una sorta di timidezza dovuta al fatto che per me, tale tipo di viaggio era completamente una nuova esperienza e quindi una sorta di nuovo mondo a cui pensavo di essere completamente impreparato. Tutte queste preoccupazioni si sono rivelate effimere perchè , fatta conoscenza dei miei compagni di viaggio, abbiamo avuto modo di amalgamarci e formare una bella comitiva pronta ad affrontare la capitale Europea. Devo mille gratitudini ai miei compagni, ai professori e all’associazione degli ex consiglieri regionali che, grazie alla loro guida e alla loro praticità mi hanno fatto conoscere una città con una diversa cultura di vivere e una profonda multietnicità. I primi giorni nella capitale sono stati una sorta di conoscenza e hanno aperto i miei occhi agli splendidi monumenti e edifici di cui questa città è vestita e può farsene vanto in tutto il mondo. Quello che oltre i divertimenti e i trastulli mi ha colpito di più è stata la visita al parlamento europeo e la partecipazione in aula alle due commissioni riunitesi; la sensazione di essere cittadini di qualcosa di più grande della nostra stessa nazione mi ha fatto conoscere e fare mio un concetto che prima d’ora mi era solo stato insegnato a scuola: essere cittadini Europei. Ho realizzato che tale progetto di unità non solo non è una realtà astratta, ma è possibile. Bruxelles stessa ne è l’esempio, con la sua multietnicità e al tempo stesso il suo essere unica, quasi a diventare una città propria per chiunque la visiti. Nel futuro tale impegno, dopo un viaggio simile, credo sia ormai di ognuno di noi. L ' incontro tenutosi all’interno dell’agenzia Europea, durante la mattina, mi ha fatto comprendere quanto l’europeismo sia favorito attraverso finanziamenti a progetti seri e concreti, che spero portino in futuro anche altri ragazzi a vivere la nostra stessa esperienza. Non si tratta, di qualcosa nata dal nulla, ma da un preciso percorso eseguito nell’anno precedente, durante il quale il professore Capogreco ha potuto effettuare due seminari di preparazione storica e soprattutto ha smosso le nostre coscienze su un tema, la shoah, che avevamo imparato a vedere solo sotto l’aspetto del campo di sterminio nazista e mai sotto un aspetto di internamento e di semplice prigionia .Questa consapevolezza mi ha aiutato anche a rivedere molti argomenti di storia forse troppo condizionati dal giudizio personale e che generano una memoria offuscata. Concluso il viaggio a Bruxelles, dopo tanto divertimento, è arrivato anche il giorno del ritorno, da un lato gioiosi per poter raccontare questa esperienza a casa e dall' altro tristi per aver concluso un' esperienza che senz’altro resterà dentro di noi sempre. Andrea Pedace Crotone |