Home Presentazione del Progetto a Bruxelles

 

GENOVESE MATTEO

Bruxelles. La prima volta nella capitale dell’ Unione Europea per presentare il progetto: “Ferramonti. Dal Sud Europa per non dimenticare un campo del duce.”

Relazioni, riflessioni, sentimenti ed emozioni.

 

La visita alla capitale dell’ Unione Europea è stata una bellissima e profonda esperienza, nata come tappa conclusiva del progetto “Ferramonti. Dal Sud Europa per non dimenticare un campo del duce.”, organizzato dall’ “Associazione fra ex Consiglieri Regionali della Calabria”.

I due seminari, a cui noi alunni abbiamo partecipato, sono stati incontri formativi non solo culturalmente, ma anche dal punto visto educativo, perché partendo dall’ obiettivo di diffondere la conoscenza del campo d’ internamento di Ferramonti, la cui storia unica e anomala ha affascinato tutti noi, il progetto ha permesso di inoltrarci in profonde riflessioni sui valori della libertà e rispetto reciproco, ricontestualizzando, in tempi moderni, le forme di oppressione vissute sotto il periodo Fascista, in riferimento alle vicende vissute dai lavoratori emigrati di Rosarno, costretti a vivere da veri e propri “internati”. Inoltre è partito come progetto il cui scopo iniziale non è stato quello di considerare il campo di Ferramonti unicamente luogo della memoria in Calabria, ma, come evidenzia il titolo stesso, del “Sud Europa”, con l’ intento di promuovere l’ importanza di sentirsi europei e rendere noi ragazzi consapevoli del ruolo che dobbiamo svolgere nel progetto di costruzione di un futuro diverso. E, difatti, la presentazione del progetto all’ agenzia europea coofinanziatrice, a Bruxelles, e l’ incontro al Parlamento Europeo con l’ onorevole Pirillo, sono state esperienze stimolanti e coinvolgenti, che mi hanno aiutato a riflettere molto e a godere della civiltà delle istituzioni e del reale senso di comunione tra persone e Stati. Respirare aria europea e far parte di questo progetto hanno risvegliato in me l’ idea che gli eroi esistono ancora, persone , come il prof. Spartaco Capogreco e la dott.ssa Nadia Capogreco, che hanno donato e dedicato la maggior parte della loro vita per riportare alla luce e diffondere la conoscenza del campo di Ferramonti : tutto ciò per amore della storia e della propria terra, per non permettere che vengano perse le tracce di un così importante luogo di memoria.

Spero vivamente di riuscire a conservare quest’ esperienza nel cuore come vivo ricordo e stimolo per combattere e promuovere l’ impegno per un futuro migliore, non solo partendo da me stesso, ma come un giovane che ha avuto la possibilità di diventare testimone di tutti i valori e gli insegnamenti che quest’ esperienza mi ha trasmesso.